Se una città potesse raccontare di sé, forse lascerebbe la parola a chi ha vissuto tra le sue case e le sue vie, a chi vi ha fatto ritorno, a chi non se ne è più andato, a chi sente che quella città è parte della propria vita, uno scrigno di ricordi e sensazioni cui attingere, per riconoscersi, passaggio spesso obbligato per tentare di riannodare i fili dell’esistenza. A parlarne ci sarebbe anche chi ha visitato en passant quegli stessi luoghi, legandovi, nelle strane traiettorie dei moti dell’animo, parte della propria coscienza.
E se nel tempo a dire di quella città si susseguissero nomi e nomi appartenenti al gotha della letteratura, se quanto raccontato da queste firme venisse raccolto in un libro, o se addirittura se ne ricavasse una mostra letteraria, la risultante non potrebbe che essere, per inerzia, di prima qualità.
Se poi si decidesse di abbandonare il puro ambito delle ipotesi, e ci si riversasse nella concretezza dei giorni, ci si imbatterebbe ancora una volta nella realtà che supera l’immaginazione, o che almeno le si affianca: dalla guida letteraria di Elleboro Editore, Bologna. Dicono di lei. La città nella letteratura si è infatti deciso di trarre una mostra letteraria, Bologna. Dicono di lei, naturalmente a Bologna, in uno dei luoghi più suggestivi di Bologna, il Museo Civico Archeologico, dal 13 novembre ’21 al 30 gennaio ’22. Bologna, ancora una volta, chiama.
La mostra letteraria sarà un evento multimediale, un’esperienza immersiva tra le sale del Museo Civico Archeologico, tra installazioni audio, videoproiezioni e memorabilia, evocando le parole, la loro intensità, tratte dagli appunti, dalle note, dai diari di viaggio e dalla corrispondenza di Goethe, Stendhal, Madame de Staël, Leopardi, Dickens, Pasolini, Hemingway, Piovene, Lord Byron, Huxley, e tanti e tanti altri ancora, in un lasso temporale lungo secoli, a partire dall’epoca del Grand Tour e rasentando la nostra attualità, sviscerando Bologna, la dotta, la grassa, la rossa, contraddittoria, papalina e rivoluzionaria, enigmatica. Bellissima.
Il Museo Civico Archeologico ipertrofizza la sua funzione, diviene macchina del tempo, spezza le coordinate spaziali, e nella mostra letteraria Bologna si consegna ai visitatori con i suoi luoghi topici, riproposti, vividi, attraverso le citazioni dei poeti, degli scrittori, degli artisti sedotti dalle due torri, dai portici, dalle zone della bohème, da piazza Maggiore e dintorni, là dove si sarebbero innescati gli sconvolgimenti socio-politici, dentro a una città che ha vissuto la Resistenza, l’ingombrante PCI, il fervore della contestazione giovanile, l’orrore della strage alla stazione.
Di Bologna si è letto, tanto, e di Bologna si continuerà a leggere, ma l’ascolto, la forza archetipica delle parole tramandate di bocca in bocca, pur scavallando le generazioni mantiene intatto il filone aureo della sua capacità attrattiva, e nella mostra letteraria Bologna. Dicono di lei manifesta di nuovo tutto il suo vigore, con le voci di Samuele Bersani, Alessandro Haber, Neri Marcorè, Veronica Pivetti, Carla Signoris, nel momento in cui interpretano le citazioni, innumerevoli, contenute nella guida letteraria Bologna. Dicono di lei. La città nella letteratura, e quindi Goethe, Stendhal, Madame de Staël, Leopardi, Dickens, Pasolini, Hemingway, Piovene, Lord Byron, Huxley, in un ordine già dato, sparso, su queste righe, ma ben spazializzato e localizzato nelle stanze, a tema, del Museo Civico Archeologico, causando una sequela di impressioni sensazioni emozioni negli astanti, e brividi sinestetici, per ricordare, in definitiva, come la letteratura non sia altro dalla vita, ma una tra le sue più nobili emanazioni.
Bologna. Dicono di lei è una mostra sui generis, che si tiene a Bologna e che consente di esperire diverse Bologna, sentendosi nella città, sentendo dentro di sé la città.
Davvero da non perdere.
Antonio Scerbo