Milano dicono di lei. Recensione de Il Giornale


Milano dicono di lei Il giornale
La recensione de Il giornale

UNA GUIDA LETTERARIA

Milano non esiste  ma per gli scrittori é persino bella

Luigi Mascheroni

C’é un poeta milanese, fra i più celebrati della sua generazione, che per anni ha passato l’agosto in città, ogni estate prenotando un alberghetto in un quartiere diverso, cosi da girarselo a piedi in lungo e in largo per un mese: negozietti, chiesette, cortili, viuzze, piazze… E anche così che si conosce Milano. Dicono che Milano sia bellissima, e non solo da oggi, che sia elegantemente internazionale sull’onda lunga dell’Expo: Porta Nuova, i grattacieli delle archi-star, la Fondazione Prada di Rem Koolhaas, la nuova Darsena, la Feltrinelli di Herzog&deMeuron, il Bosco Verticale, il Mudec…

Dicono di lei che sia sempre stata bella, solo un po’ nascosta.

Poeti, viaggiatori, filosofi, scrittori, artisti l’hanno (de)scritta e celebrata: «Dicono di lei» che sia una città letteraria, oltre che lavorativa. «Dicono di lei» che le citazioni letterarie, i versi, le cronache e le illustrazioni dedicate a Milano, dall’Impero Romano al web, siano moltissime. «Il catalogo (ragionato) é questo». B del resto Wolfgang Amadeus Mozart – prima di scrivere il Don Giovanni, però – a Milano abitò, compose, studiò, frequentò gli ambienti giusti, si divertì.

Comunque. La guida Milano. Dicono di lei, sottotitolo «La città nella letteratura» (Elleboro editore, pagg. 426, euro 14, a cura di Lorenzo Notte) é un dettagliatissimo florilegio di parole degli scrittori, da Bonvesin della Riva ad Aldo Nove (da leggere la sua descrizione della fascistissima, splendida, monumentale, Stazione Centrale), secondo un preciso stradario poetico-letterario della città.

Stendhal, Savinio e le dichiarazioni d’amore

L’introduzione è affidata alle grandi dichiarazioni d’amore per Milano, firmate Stendhal (Ho adorato e adoro ancor una donna chiamata Mille-ans»), Savinio, Verga (“la città più città d’Italia, detto da un siciliano che oggi voterebbe Lega, e anche Gaetano Afeltra, che era di Amalfi, la adorava). Shelley, Dickens, Rilke… Dopo, ecco la sosta da Cova con Hemingway (“romanticismo in Galleria), “la Scala e il suo mito”, “La città di ringhiera”, “la sirena della fabbrica” tra il ponte della Ghisolfa e Testori, poi i garbugli e le banche (“Affari in Piazza”), le vie dei poeti (da Petrarca a Montale) e quelle dell’editoria (milano è la capitale dell’editoria), le “Strade di piombo” (Piazza Fontana, Pinelli, la P38, il passamontagna e via De Amicis…), i non-luoghi di Milano (milano, come sanno tutti i milanesi, non esiste: lo capì benissimo Filippo Tommaso marinetti, che da Alessandria d’Egitto venne ad abitare in via Senato: luci al neon e pubblicità luminose, è una vetrina, un acquario, un non-luogo privo d’identità. e poi non è stato Aldo Nove a scrivere Milano non è Milano?), fino alla metropoli calibro 9: “I romanzi criminali da Scerbanenko a Pinketts”.

Dicono di lei che sia bellissima.

Ultimamente un pò rifatta. Me si tiene bene, è sempre elegante, alla moda. Chi non uscirebbe una sera per leggerle qualcosa? Gadda, Gatto, Bianciardi, Ceronetti…

 

 


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