L‘autrice canadese approda ora in Italia grazie a Elleboro Editore, una piccola casa editrice bolognese che, oltre ad occuparsi di guide letterarie del nostro paese, esaltandone bellezza e cultura, è decisa ad improntare il proprio catalogo sulla narrativa femminile. Gente per bene (trad. Alessandra Riccardi, p. 450, €14,00) è il primo romanzo della collana relativa alla narrativa straniera ed è incentrato interamente sulla metamorfosi che una famiglia per bene è costretta a subire dopo le accuse di molestie sessuali su minori nei confronti di George Woodbury, padre, marito, insegnate e cittadino modello.
Nella piccola cittadina americana di Avalon Hills, una famiglia WASP (White Anglo-Saxson Protestant) o più semplicemente l’élite, la gente per bene del paese, George viene accusato di molestie sessuali. Il romanzo si snoda in un arco temporale di circa un anno e segue l’evoluzione sociale e psicologica — con le relative conseguenze — della famiglia Woodbury. Nell’arco di una settimana, una famiglia e l’intero paesino vengono stravolti dalla notizia dell’arresto del professore della scuola superiore di Avalon Hills, lo stesso che anni prima aveva salvato gli studenti e la figlia da un pazzo armato di un fucile. La comunità si scinderà in due parti precise, una a sostegno di George, l’altra inevitabilmente contro. In mezzo, sotto attacco da anonime telefonate minacciose, perseguitati dai giornalisti e tormentati dai sensi di colpa per essere figlio o coniuge di quel George che è da tempo insegnante dell’anno e modello per l’intera città e adesso viene visto come un mostro, c’è una famiglia.
Joan, moglie di George, infermiera, per cui sarà difficile credere che il marito sia stato capace di un atto del genere ed elaborerà fra sé e sé una serie di scuse, fra le quali la malattia, pur di dichiarare l’innocenza di George; quello che probabilmente ogni moglie fedele e amorevole farebbe. Quando capisce che nessuna scusa regge, deciderà di farsi aiutare da un gruppo di sostegno. Ma c’è un dettaglio che Joan non conosce e che arriva direttamente dal suo passato. Un dettaglio fondamentale per le decisioni che Joan prenderà nell’immediato futuro.
Andrew, il figlio maggiore di George e Joan, avvocato affermato, è scappato da Avalon Hills per trovare la tranquillità che un omosessuale in un piccolo paese come quello non avrebbe mai trovato. Con un passato già burrascoso alle spalle, per lui sarà difficile ritornare ad Avalon Hills e ritrovarsi nuovamente faccia a faccia con tutto quello che l’aveva spinto a fuggire. E in fine Sadie, la figlia minore, un’adolescente alle prese con il primo rapporto amoroso. Sadie è la più fragile, sulla quale la vicenda avrà un impatto devastante. Da studentessa modello diventerà una pariah, un’emarginata, e cadrà nel vortice dell’alcol, della droga e del sesso. Ma per Sadie tutto si complica quando Kevin, uno scrittore — compagno della madre del suo fidanzato Jimmy — approfitterà della sua ingenuità per scrivere il romanzo dell’anno incentrato sulla vicenda Woodbury.
Il romanzo non entra mai nei dettagli dei fatti commessi da George. Niente scene di stupro, niente ricostruzioni, niente confessioni da parte delle vittime, niente indagini della polizia. L’intento di Zoe Whittall sembra essere quello di metterci davanti alla situazione sociale e psicologica che si viene a creare quando un insospettabile diventa sospettabilissimo. Nemmeno alla fine del libro riusciremo a comprendere se George sia davvero colpevole oppure no, quello che resta nella mente del lettore sono tantissime domande accompagnate da rabbia.
Cosa sarebbe successo se sul banco degli imputati ci fosse stato un membro della comunità non così di spicco? E perché sembra quasi che le vittime vengano messe in dubbio? Davvero la legge è uguale per tutti?
Abbiamo posto qualche domanda a Roberta Scagliarini, fondatrice di Elleboro Editore, editrice, autrice, giornalista e — sottolinea sul sito della casa editrice — alpinista.
Il Club del Libro: Quando, come e perché nasce Elleboro Editore?
Roberta Scagliarini: Elleboro è nata dall’idea di un gruppo di giornalisti con la passione per la lettura e la scrittura. Io in particolare ho lasciato il giornale dopo tanti anni per dedicarmi a tempo pieno alla casa editrice. Penso e spero che ci sia spazio per le piccole realtà indipendenti nonostante il superaffollamento del mercato. Ho scelto di iniziare con due filoni: le guide letterarie delle città italiane che propongano percorsi urbani inediti attraverso luoghi e citazioni dei grandi autori e la narrativa contemporanea. In questo caso ho scelto di specializzarmi in voci femminili inedite. La ricerca si indirizza verso i romanzi che esplorano le nuove dinamiche famigliari, la crisi dei rapporti tradizionali umani e parentali, il ruolo della donna/madre nella società fluida, la perdita/ricerca dell’identità.
CdL: Partire da un libro di denunce alla società è stata una scelta mirata? “Gente per bene” è quasi interamente incentrato sulle donne, Joan, Sadie, le ragazze importunate… è un libro emblema della vostra mission?
RS: Riteniamo che lo sguardo femminile sul mondo sia, in questo momento, più interessante e fresco di quello maschile e soprattutto più empatico per il lettore.
CdL: Avete preso in considerazione l’idea di portare in Italia i precedenti lavori dell’autrice canadese?
RS: Abbiamo trovato Zoe Whittall, Gente per Bene, dopo aver declinato decine di ipotesi (spesso veramente brutte!!!) e stiamo valutando se pubblicare altri suoi libri oppure proporre una nuova autrice straniera.
(articolo a cura di Roberta Failla)
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